Wednesday, April 30, 2008

Al quadrato

Segnalo Loredana che segnala Liberazione. Si parla del Rancore di Aldo Bonomi (cioè, il rancore è del Settentrione, Bonomi prova a spiegarne le ragioni).
Con Bonomi, don Colmegna e altri ne abbiamo parlato in una turnè al nord. Sul Reset in uscita ci sarà qualcosa.
Lipperatura

Il dono della sintesi

«Gli interventi ai congressi della Dc duravano ore. Si parla del record mondiale, forse superato dai discorsi a braccio di Fidel Castro, del famoso intervento di sette ore di Aldo Moro al congresso di Napoli. Se si andava sotto le tre non si era degni». Su Caffè Europa, una chiacchierata con Antonio Padellaro del qui presente sul linguaggio di Aldo Moro. Padellaro rimpiange il tempo che fu.
Magari, non la durata, però.
Caffè Europa

Monday, April 28, 2008

Si faccia una domanda e si dia una risposta

In 60mila votano Zingaretti e non Rutelli
Non so se è colpa di Veltroni, come si ama dire ora nella blogosfera. Certo, di qualcuno la colpa è.
Repubblica.it

La vera questione romana

Aver candidato uno che non ne voleva affatto sapere di fare il sindaco.

Saturday, April 26, 2008

La vera questione settentrionale

Il best seller di Giulio Tremonti, La paura e la speranza, costa 16 euro e ha 96 pagine scritte pure un po' grosse.

Friday, April 25, 2008

Novità

Quando sono entrato per la prima volta in una facoltà di filosofia, giusto una ventina d'anni fa, si studiavano già le idee di Giovanni Reale sulle «dottrine non scritte» di Platone. E sembravano pure una grande intuizione.
Ora, io non discuto del merito né della rilevanza di quella tesi, della sua importanza per capire il padre di tutti noi. Tuttavia definirli ancora «gli studi innovativi di Giovanni Reale» come fa il Corriere della sera odierno fa un po' impressione.
Corriere della sera

Thursday, April 24, 2008

E mica stiamo a pettinare le bambole

«Una ricerca realizzata dall’Università degli studi di Perugia e commissionata dall’Associazione webmaster cattolici italiani rileva che l’85% dei parroci italiani possiede un computer, mentre il 70% ha una connessione a internet e il 16% delle parrocchie italiane ha un sito web»

Per dire dell'avvincente articolo che sto passando.
Reset

Wednesday, April 23, 2008

68 guns

I guys di Prospect s'interrogano sul 1968.
Per dire, Lord Giddens crede che oltre il femminismo (le minigonne diceva qualcuno ieri su un qualche giornale) non c'è niente di buono.
(Poi su questo numero c'è il solito giochino sugli intellettuali più influenti dell'anno).
Prospect

A Milano

In coda, dopo una troupe di La7 e prima di una Rai, in un appartamento di un palazzone anni sessanta che pare sia l'Istituto di Storia economica della Bocconi, ho avuto una lunga e istruttiva chiacchierata con Giuseppe Berta (autore tra l'altro di questo) sulla "questione settentrionale" (che poi, a onor del vero, sarebbe la questione italiana).
Cena in un ristorante vietnamita che sarebbe pure carino se non fosse che ci vogliono quattro ore per mangiare. E adesso si ritorna.

Monday, April 21, 2008

"E anche oggi non lo prenderei"

Roma, 21 apr. - (Adnkronos) - "Non so se i calciatori siano contrari ai gay in squadra, io sicuramente lo sono. Posso tranquillamente affermare che, nelle societa' dove sono stato, non ne ho mai avuti, mai. Non avrei mai voluto un giocatore omosessuale. E anche oggi non lo prenderei. Supposto che dovessi sbagliare e ne scoprissi uno, farebbe prima ad andare che a venire". Luciano Moggi si esprime chiaramente sui gay nel mondo del calcio. "Sono un po' all'antica, ma conosco l'ambiente del calcio e, al suo interno, non puo' vivere uno che e' gay. Un omosessuale non puo' fare il mestiere del calciatore".

Il titolo era facile, lo so.
Adnkronos

L'uomo che morde il cane

Sull'iPhone in Italia, pare che Luca Luciani abbia fatto cambiare idea a Steve Jobs.
(La notizia è approfondita da Stefano Carli su Affari & Finanza di Repubblica. Ma non c'è traccia sul sito finora).

PS ecco ora c'è.
La Repubblica - Affari & Finanza

Una brutta notizia

Lui ha deciso di appendere il blog al chiodo.
Stampa rassegnata

Friday, April 18, 2008

L'amicizia secondo me (cioè lui)

Joseph Epstein è un signore molto garbato che spesso scrive sul New Yorker e il magazine del New York Times. In Italia, è uscito da poco un suo libro molto sfizioso sull'amicizia. Io l'ho costretto a parlare di amicizia ai tempi della rete. E ne ho scritto per Nova 24.
The New Yorker, The New York Times, Nova 24

Thursday, April 17, 2008

Al di là del bene e del male

La vicenda della prima pagina odierna di Libero dovrebbe rimanere negli annali, nei manuali di giornalismo, nel libro del Guinness dei primati, nell'Artusi, nel museo delle cere, in quello di storia naturale, allo zoo...
Corriere della sera

Wednesday, April 16, 2008

L'orecchio a sinistra

Leggo questo articolo per molti versi condivisibile e ragionevole sul futuro di una sinistra sinistra in Italia.

Eppure, noto un paio di aspetti che lo accomunano ad altri pezzi sul naufragio elettorale.

Spesso, in questi giorni, si legge che bisogna tornare nelle piazze, nei mercatini (diceva Chiamparino oggi su La Stampa), tra le "persone vere" perché è lì che la politica può trovare nuova linfa, fuori dalla tv, dai salotti, dai loft. A parte il rischio della retorica delle "persone vere" che quasi diventano a loro volta un fantoccio che non si sa dove starebbero, non si capisce perché non dire in maniera chiara e schietta: della società italiana negli ultimi anni, dei suoi cambiamenti, delle sue esigenze, noi non ci abbiamo capito nulla.
Non sarebbe più onesto?

Da questa presa d'atto dovrebbe discendere che sarebbe il momento di fermarsi un momento, di respirare con calma, di metterci un orecchio o forse entrambi per ascoltare (sì, ASCOLTARE e non spiegare) quello che ha da dire il popolo al quale si vorrebbe parlare, al quale si vorrebbero fornire delle risposte, che si ambirebbe rappresentare.
Altrimenti si rischia di aspirare a parlare di precari, come ha fatto la Sinistra Arcobaleno, senza lontanamente immaginarsi quello che i precari vogliono, l'immagine che hanno di loro stessi e della loro condizione lavorativa ed esistenziale che è, evidentemente, lontana anni luce da quella che ha in mente Bertinotti.
Linkontro, La Stampa

La coda lunga del dopo elezioni

Mentre tutti si interrogano sul futuro dell'Italia senza Pecoraro Scanio in parlamento, io vi segnalo un imperdibile articolone nel quale si prova ad applicare la teoria della coda lunga di Chris Anderson alla letteratura (Anatole, perdona la sintesi).
Ecology of the novel, The long tail

Tuesday, April 15, 2008

Con gli embrioni al pomeriggio s'incarta il pesce

Alla faccia di tutti quelli che il paese era spaccato sugli embrioni, che Zapatero, che Ruini, che le elezioni si giocano sui temi "eticamente sensibili" ecc.
Certo, c'era lo sbarramento, il voto utile e quel che vi pare. Eppure, tra la lista di Giuliano Ferrara, i socialisti di Boselli, la Binetti, "noi che difendiamo la laicità", non è ancora ben chiaro a chi gli italiani abbiano riservato il titolo di campione dell'irrilevanza politica.

Monday, April 14, 2008

Ferrara chi?

Tra le righe di una catastrofe, vorrei dire che il partito di Ferrara ha preso meno di un partito ottocentesco come il Partito comunista dei lavoratori di Ferrando.

Una piccola gioia

Ditegli quello che volete, ma questa è una bella scena. E non si scherza.

Friday, April 11, 2008

Presagi


L'Italia si fracassa al suolo. Giusto ottanta anni fa, il 14 aprile, da Milano partiva verso il Polo Nord il dirigibile di Umberto Nobile. La fine è nota.
Ci aspetta di nuovo la tenda rossa?
Wikipedia

Una brutta cosa

Premesso che non so come siano andate le cose, certo quello che è successo all'Espresso non è comunque un bel segnale.
Manteblog

Tuesday, April 08, 2008

La terra dei cachi

Perché si può ancora vincere, perdere o pareggiare.
(via Alessandro Giglioli)

Sunday, April 06, 2008

A proposito del cambiare le carte in tavola

La cosa è capire chi è che cambia le carte in tavola. Quali carte e a chi, poi.
Al di là delle cose ovviamente condivisibili sull'insopportabilità di impedire a qualcuno di esprimere un'opinione, sugli insulti gratuiti, sulla violenza di quelle uova, sulla sciocchezza di qualcuno che le ha esaltate ecc. Della Loggia, sul Corriere, si fa prendere la mano da un tic che sarà pure retorico ma che denuncia un modo di pensare troppo frequente per essere casuale.

Scrive EGDL, a proposito della reazione al Ferrara-pensiero, che «Si è preferito seguire il copione abituale che in Italia caratterizza la discussione pubblica — si parli di aborto o della Costituzione, di immigrazione o di storia del fascismo —: cambiare le carte in tavola, fingere di non capire, far dire all’altro ciò che quello non ha mai detto ma che secondo noi voleva dire». Il "copione abituale"? Ma più di avere a disposizione uno degli spazi più autorevoli per la "discussione pubblica", in quelle storiche due colonne in alto a sinistra del più importante giornale italiano che bisogna darti EGDL? Non si capisce perché non lo spiega lui come la pensa veramente Ferrara. Ma vabbè.

EGDL dimentica di dire che Ferrara fin da quando ha lanciato la questione dell'aborto ha oscillato molto sui tasti da pigiare a seconda delle occasioni: dal denuciare gli aborti coatti in Cina alla critica alla domanda "lo tieni?" alle donne incinta, alla denuncia alla penalizzazione della gravidanza in molti luoghi di lavoro e ai limiti della 194, dall'abortire per un reality show alla persona umana fin dal concepimento. Insomma, un minestrone nel quale si mischia di tutt'un po', dalle ragioni ai torti, dai dogmi cristiani ai diritti delle lavoratrici, dalle provocazioni a mezzo stampa al costume della società italiana. Si tratta di questioni molte diverse, che andrebbero affrontate in maniera autonoma l'una dall'altra. Ma dire questo fa molto poco televisione, meglio "Aborto? No, grazie" e via. E soprattutto meglio dire, come fa Della Loggia, che tutti ce l'hanno con Ferrara senza mettersi a perdere tempo su quello che Ferrara dice, nel merito e nel modo.

Dice Della Loggia, che nelle violente contestazioni a Ferrara «Ci sentiamo l’eco del disprezzo e della manipolazione che in Italia viene regolarmente riservato a chi non la pensa come noi». Ci crede veramente EGDL che da noi il pensiero diverso (che poi diverso da chi?) viene disprezzato e manipolato? O non è questo l'argomento principe di una certa scuola di vicedirettori secondo la quale l'Italia è piena di filo-terroristi islamici e anti-israeliani però poi dedica sullo stesso giornale nel quale si esprimomo tali opinioni decine di pagine alla conversione di uno dei vicedirettori di cui sopra?
Corriere della sera

Friday, April 04, 2008

Strano ma vero

Una foto scattata col telefonino a uno dei pupi è stata scelta per questa guida qui.
Schmap

Dove andremo a finire, signora mia

«La vendita di Minima moralia in edicola, a richiesta con "Repubblica" a soli otto euro e novanta, realizza l'incubo di Adorno con tanta spietata esattezza da indurre a chiedersi se la cosa non sia stata fatta di proposito, da un ufficio marketing in vena di ironie». Perché Claudio Giunta, autore de L'assedio del presente, non aveva ancora visto il Meridiano delle opere di Platone in allegato a «Grazia». A 2 e 90.

Thursday, April 03, 2008

Il modello Veltroni?

Scalare l'Everest in scarpe da tennis. Giampaolo Pansa se la prende con il leader del Pd, con i bamboccioni, con i precari. E con quelli che hanno i blog: «Cos’è il blog? A me dei blog non me ne frega niente».
Caffè Europa

Wednesday, April 02, 2008

Oggi si parla di sesso

«Adesso le sue mani sono ansiose di scoprirle il seno sotto la camicia, il suo seno da dodicenne, e lei questa volta non lo ferma più, avvinta com'è tutta dal piacere, e quando finalmente lui le afferra i boccioli....», «Torna distesa supina, aperta e ansiosa di lui. Ma lui le rimane accanto, in posizione fetale, per nasconderle la ritirata avvenuta di nuovo», «Lei invece prende quel coraggio di cui non immaginava d'essere capace, sorprendendo se stessa e lui col bagnarsi le dita e spedire timidamente una mano al suo membro con un tocco umido».
Parole di Amos Oz tratte dal suo ultimo romanzo La vita fa rima con la morte anticipato oggi sul Corriere della sera.
Non so perché ma ho sempre pensato che la letteratura erotica (alla Anaïs Nin o alla Henry Miller, per intendersi, o quella nella quale si racconta per accidens l'eros) avesse qualcosa di falso, di posticcio, di distante dalla realtà e di neanche troppo bello nella qualità letteraria. E io non credo per colpa dei singoli autori. Non che in un romanzo ci si debba ritrovare, si debbano riconoscere le proprie esperienze ma almeno dovrebbe essere in grado di aprire un mondo, suggerire qualcosa di nuovo. Ecco, a leggere di sesso, questo non mi capita mai. Anche in quegli scrittori che, come Oz, di storie e di uomini e donne hanno scritto in maniera incantevole. Chi mai sognerebbe di vulve, membri, umidità, di donne «ansiose di lui» (guardate in quelle tre cartelle oggi sul Corriere quante volte si parla di «ansia»)? Perché le metafore sono sembre le stesse (la sete c'è sempre...), sia nei romanzetti che si trovano nelle edicole delle stazioni che nei grandi scrittori alla Oz?
Non è che proprio il sesso, con il suo intreccio di tabù lontanissimi e di intimità assoluta, faccia proprio fatica ad essere rappresentato attraverso le parole?
Corriere della sera