Wednesday, April 02, 2008

Oggi si parla di sesso

«Adesso le sue mani sono ansiose di scoprirle il seno sotto la camicia, il suo seno da dodicenne, e lei questa volta non lo ferma più, avvinta com'è tutta dal piacere, e quando finalmente lui le afferra i boccioli....», «Torna distesa supina, aperta e ansiosa di lui. Ma lui le rimane accanto, in posizione fetale, per nasconderle la ritirata avvenuta di nuovo», «Lei invece prende quel coraggio di cui non immaginava d'essere capace, sorprendendo se stessa e lui col bagnarsi le dita e spedire timidamente una mano al suo membro con un tocco umido».
Parole di Amos Oz tratte dal suo ultimo romanzo La vita fa rima con la morte anticipato oggi sul Corriere della sera.
Non so perché ma ho sempre pensato che la letteratura erotica (alla Anaïs Nin o alla Henry Miller, per intendersi, o quella nella quale si racconta per accidens l'eros) avesse qualcosa di falso, di posticcio, di distante dalla realtà e di neanche troppo bello nella qualità letteraria. E io non credo per colpa dei singoli autori. Non che in un romanzo ci si debba ritrovare, si debbano riconoscere le proprie esperienze ma almeno dovrebbe essere in grado di aprire un mondo, suggerire qualcosa di nuovo. Ecco, a leggere di sesso, questo non mi capita mai. Anche in quegli scrittori che, come Oz, di storie e di uomini e donne hanno scritto in maniera incantevole. Chi mai sognerebbe di vulve, membri, umidità, di donne «ansiose di lui» (guardate in quelle tre cartelle oggi sul Corriere quante volte si parla di «ansia»)? Perché le metafore sono sembre le stesse (la sete c'è sempre...), sia nei romanzetti che si trovano nelle edicole delle stazioni che nei grandi scrittori alla Oz?
Non è che proprio il sesso, con il suo intreccio di tabù lontanissimi e di intimità assoluta, faccia proprio fatica ad essere rappresentato attraverso le parole?
Corriere della sera

2 comments:

Anonymous said...

Ciao Alessandro,
ricambio la visita e scopro con grande piacere il tuo blog.

Da sempre la penso come te sulla rappresentazione del sesso in letteratura.

Soltanto una volta, negli ultimi anni, mi è capitato di incontrare la rappresentazione di una scena di sesso che provasse qualcosa di nuovo senza cadere in metafore trite: nell'antologia "Parola di donna, corpo di donna", a cura di Valentina Colombo (Oscar Mondadori, 2005), in cui si traducono racconti di scrittrici arabe. In particolare, in quello della libanese Joumana Haddad, "I mocassini", ho trovato qualcosa di diverso. Ma solo qualcosetta, intendiamoci, e sicuramente legata alle differenze culturali.
:-)
Ciao!
Giovanna Cosenza

Anonymous said...

non saprei. direi però che oz potrebbe essersi morettizzato