Wednesday, December 31, 2008

Fumetti, tze'


Ah, stamattina ho comprato pure LMVDM di Gipi (tre copie, non si sa mai, ché a Roma è introvabile). Be', entra nella classifica 2009 senza passare dal via. Son qui a leggermelo piegato in due dal ridere.
(Qui e qui i blog di Gipi)
(Qui di fianco un suo dipinto preso dal blog)

Cause ed effetti

Oggi che avevo tempo e stavo solo (ché i bambini son via), mi sono comprato giornali e riviste più del solito dando il mio contributo col secchielletto per svuotare la nave dei giornali che affondano. Ho preso pure Max perché ha in copertina la mia preferita in questo momento. Be', scoprire che l'editoriale d'apertura è affidato a Laura Pausini e soprattutto è un accorato pezzo sulle morti sul lavoro e sulla Thyssen mi ha fatto un po' impressione. Sarà per questo che non si vendono?

Menoventivirgolasette

Io non so com'è o come non è, ma se un giornale come Repubblica perde in un anno un quinto dei suoi lettori, non si può più parlare di crisi dei giornali: è collasso cardiocircolatorio.
(Ho appena iniziato a leggere il numero di fineanno dell'Espresso, poi vi dico del resto).

Tuesday, December 30, 2008

Personal best 2008

Non fiction
1) Richard Sennett, L'uomo artigiano. Come e perché il precariato, figlio del nuovo capitalismo, sta distruggendo la passione per il lavoro. Primo di una trilogia ha i suoi numi tutelari nel dio zoppo e brutto, Efesto, e nel filosofo pragmatista John Dewey. (Peccato per il font e soprattutto l'interlinea scelta dall'editore italiano che rendono la lettura molto faticosa).
2) Ian Buruma, Assassinio ad Amsterdam. La crisi del multiculturalismo in Olanda. Ma soprattutto una lezione su come scrivere un'inchiesta.

Fiction
1) Cormac McCarthy, La strada. E' del 2007, ma io l'ho letto quest'anno. Forse una delle storie più intense mai scritte. Chi è genitore, chi è padre non può non piangere ogni tre pagine. (Se ne era scritto già qui)
2) Georges Simenon, Il treno. Uno dei migliori amplessi in circolazione tra i romanzi di ogni epoca.

Sunday, December 28, 2008

Dal fronte

Per avere uno sguardo diverso sulla Palestina e su quello che capita in queste ore guardo qui, il blog di Giovanni Fontana.

Friday, December 26, 2008

Clashed

E' morto Samuel Huntington, quello dello "scontro di civiltà", padra di una delle formule più citate nel post 11 settembre. Qui un saggio per capirne un po' di più.
(Alle 22 e 31, Wikipedia registra un generico "dicembre 2008" per la morte).

Tuesday, December 23, 2008

Molto stile


Questo sondaggio sulla copertina di libro Usa più bella del 2008 me lo ero perso. Sono tutte di altissimo livello, io ho scelto la carta stropicciata di Slavoi Zizek.

Saturday, December 20, 2008

2008 remix

(Viene da qui)

Friday, December 19, 2008

Iconologia

11 e 14. Una scuola di politica mel sud, cpn l’aiuto di Roberto Saviano.
In quell'inciso ci sono tutte le ragioni di una sconfitta.
(La diretta dalla direzione del Pd è spassosissima, soprattutto perché dimostra l'assurdità dell'iPhone, ossia un telefonino con cui non si può scrivere).

Thursday, December 18, 2008

Coke or Pepsi?

Di quel che capita nel cervello quando si sceglie di andare qui piuttosto che là, di comprare un libro piuttosto di un altro, di bere un chinotto invece di una spuma chiara ecc. Sul Venerdì di Repubblica, intervista del qui presente a lui che ha scritto questo libro.

Wednesday, December 17, 2008

Let it be

«I knew him as a philosopher with a fiction hobby». In una delle peggiori giornate che qui si ricordino, mi consolo con quello che David Foster Wallace aveva da dire sul fatalismo.

Tuesday, December 16, 2008

Sacchi di sabbia vicino alla finestra


Io, che non potrò raccontare ai nipotini di quella piena del Tevere del 2008 e di quando un traghetto s'incastrò davanti al ponte di Angeli e demoni, perché ero a casa malato, gli mostrerò quelle foto meravigliose che a suo tempo trovai su Flickr.
(Non ne linko nessuna direttamente perché tutti 'sti Cartier Bresson chiedono decine di autorizzazioni per usare un'immagine).

Monday, December 15, 2008

Fifty fifty

Sono alle prese col primo Murakami Haruki della mia vita. Non male. Per ora, il mio consiglio è questo: saltare la prima pagina (l'ho dovuta leggere 6/7 volte) e un capitolo sì e uno no, via quelli dove c'è la ragazza che dorme.
Sarò sempliciotto, ma tant'è.

Wednesday, December 10, 2008

Carta straccia

Un anno e mezzo fa (non un secolo), il filosofo Juergen Habermas ne scandalizzò molti proponendo di salvare i giornali attraverso un finanziamento pubblico, dello Stato (in verità, da noi, quotidiani e giornaletti si prendono già oltre 150 milioni di finanziamento pubblico: tutto sta a vedere per far cosa). I fogli giornalieri sono una risorsa vitale perché esista un'opinione pubblica libera, e dunque per un'opinione pubblica tout court.
Oggi, la questione torna di moda negli Usa. Vediamo in quanti scherzeranno il vecchio di Francoforte.

Tuesday, December 09, 2008

Se l'arcivescovo di Costantinopoli...

D'accordo, il Partito di Veltroni si è "intorcinato" in una spirale che non ne esce più da solo. Vero, definitivo.
Ma non è che pure quelli che ogni giorno raccontano la rava e la fava di come il Pd si sia intorcinato, si stanno intorcinando pure loro?

Friday, December 05, 2008

Quelli che hanno capito tutto

E’ nata una nuova schiera di giornalisti/scrittori/conferenzieri, che hanno un'idea brillante e la declinano in diversi modi, ottenendo grande seguito. Da Thomas Friedman a Malcolm Gladwell, alcune delle star dei media americani.
Su Boiler ne abbiamo scritto un po'. (Il tutto è nato qui).
E siccome non ci facciamo mancare niente, non ci facciamo mancare neanche il pezzo sulla felicità della porta accanto che impazza sui giornali italiani oggi.

Thursday, December 04, 2008

Il Paulo Coelho di Ascoli Piceno

Da sempre, a Giovanni Allevi qui si sono dedicati pensieri di disprezzo (disprezzo culturale, s'intende). Quel suonare musica da spot ma come se fosse la musa a ispirargliela, quel prendersi estremamente sul serio facendo finta di no, che lui sta lì per caso, quelle parole vuote che sembrano piene semplicemente perché nessuno gli dice "ma che stai a dì?" che ogni adolescente nel diario ha qualcosa di più profondo. Ecco, tutto questo urta. Molto.
Qui trovo qualcuno che si è preso la briga di scrivere tre cartelle per esprimere meglio di come potrei farlo io un sentimento condiviso.
Grazie.

Tuesday, December 02, 2008

Migliore de chi?

Individuare sulla mappa il luogo da dove provengono gli ultimi ragli omofobi.
Non si vede? Ecco, ora tirare un sospiro di sollievo.

Monday, December 01, 2008

A proposito di Pd del nord (est)

Linko qui un po' di cose uscite nei mesi scorsi su Reset. Chiacchierate con gli amministratori del Partito democratico in Veneto. C'è un'intervista a Cacciari, ad Achille Variati (sindaco di Vicenza) (qui il pdf) e una a Flavio Zanonato (sindaco di Padova) e un pezzo sulla città del Santo (qui il pdf).
(Entrambi i file sono un po' pesanti).

Saturday, November 29, 2008

Vorrei vederti tra cent'anni

Vivere 120 anni. Il Venerdì di Repubblica di ieri dedicava la copertina a un futuro che sembra in arrivo e che Berlusconi ha promesso per tutti. Di una vita allungata e tecnologicamente modificata si parlava su Nova 24 di giovedì scorso con il singolare filosofo svedese di Oxford Nick Bostrom. (qui il pdf).

Friday, November 28, 2008

Michiko Kakutani

La celebre stroncatrice del New York Times esercita la sua katana sull'ultimo libro di Malcolm Gladwell (di cui parleremo su Boiler la prossima settimana). Intanto, mette in linea anche la sua personale hit parade libresca del 2008.

Ci fa o ci è?

Basterebbe una ricerca di due minuti due su Google per darsi una risposta, ma Pierluigi Battista non l'ha fatta.

Nel dirsi stupefatto del racconto dei giornali intorno allo «scontro sulle staminali», non capisce perché nessuno spieghi che lo scontro tra Chiesa e scienza esiste intorno a un tipo particolare di staminali, quelle embrionali. Bene. E che quindi la Chiesa non approvi che si uccidano (!) esseri umani, gli embrioni, per tirarci fuori queste benedette staminali embrionali.
A noi, invece, sorprende che nell'articoletto indignato e supponente di Battista non c'è traccia del perché gli scienziati si siano intestarditi a volere queste cellule particolari. Non c'è traccia della differenza tra staminali unipotenti, pluripotenti e totipotenti. Come se il conflitto fosse ideologico oppure una questione di tigna positivistica più che di ricerca.

(Tutto questo su Style, ma non questo).

Così milanese, così perbene

Oggi il Corriere annuncia il nuovo, sensazionale progetto editoriale messo a punto in via Solferino: Style Piccoli. Fratello in scala ridotta del già abominevole Style, il nuovo trimestrale parlerà a tutte le mamme (che hanno giacche di lana cotta, gonne con pieghe, scarpe basse, bici col cestino e golden retriever) e tutti i papà della cerchia dei Navigli (fuori non si arrischiano, spero). Spiega l'articolo (pudicamente senza firma) che sul nuovo trimestrale di casa, dedicato agli under 12, ci saranno «dritte» su come diventare ballerina alla Scala o per come essere un pulcino dell'Inter, del Milan o della Juve, addirittura per far amare William Kentridge ai pupi. Il cuoco vip illustrerà come far mangiare ai pupi stessi un «minestrone ricco di verdure colorate», e il designer designerà la stanza (camerètta, direi) di una bambina di 4 anni (by the way, verde, deve essere verde) nella quale vedere i film per bambini consigliati dal Mereghetti.
Scusate se non vomito, si diceva a scuola mia, un tempo.

Wednesday, November 26, 2008

Signora mia

Ma vogliamo parlare di quanta cappero di pubblicità c'è dentro la Repubblica?

Tuesday, November 25, 2008

Una testa, un libro

Anche dopo l'O-day, vanno avanti su Omnivoracious (blog legato ad Amazon) i post "The Books of the States": per ogni Stato vengono scelti i migliori libri di sempre in numero pari a ai voti elettorali di quello stesso Stato (California ne ha 55, Iowa 7). Il criterio è largo, nascita dell'autore ma anche ambientazione della storia.
Per dire, oggi è il turno del Minnesota che ha 10 grandi elettori e tra i libri ne ha di buoni e di eccellenti: The Great Gatsby by F. Scott Fitzgerald, The Complete Peanuts, 1950-1954 Box Set by Charles M. Schulz, Zen and the Art of Motorcycle Maintenance by Robert M. Pirsig, Chronicles, Vol. 1 by Bob Dylan.

Sunday, November 23, 2008

Eccoci qua

Uno di loro.

Friday, November 21, 2008

Avanti così

Dopo la Confindustria, è iniziata la conquista del Gruppo l'Espresso.

Thursday, November 20, 2008

Wikipedia è nichilista?

In Vaticano lo si potrebbe pensare se la teoria del significato che si è data è quella descritta qui.

Su Wikipedia la verità oggettiva non è poi così importante, effettivamente. Ciò che rende un fatto o un’affermazione adatti all’inclusione è il fatto che sia apparsa in altre pubblicazioni, meglio se scritte in inglese e reperibili gratuitamente online. “La soglia per l’inclusione in Wikipedia è la verificabilità, non la verità”, stabilisce la politica ufficiale di Wikipedia sull’argomento.
e poi ancora
Dunque cos’è la Verità? Secondo le pagine di Wikipedia sull’argomento, “il termine non ha una sola definizione cui aderisce la maggioranze dei filosofi professionisti e degli studiosi”. Ma in pratica, lo standard di Wikipedia per l’inclusione è diventato esso stesso di fatto lo standard per la verità, e poiché Wikipedia è il riferimento online più letto sul pianeta, è lo standard di verità che la maggior parte della gente usa implicitamente quando digita un termine di ricerca in Google o Yahoo. Su Wikipedia, il vero è accettato come verità: la visione unanime di un argomento.

Piccoli vampiri crescono

Ho intervistato Kristen Stewart e Robert Pattinson protagonisti del film Twilight tratto dalla saga di vampiri postmoderni di Stephanie Meyer. Di cui si diceva qui.

Tuesday, November 18, 2008

Stereotipi


La foto della classe di Obama pubblicata oggi dal Corriere della sera dimostra una cosa: alle Hawai si mettono davvero le camicie hawaiane.

Monday, November 17, 2008

Reset 110


Questa è la copertina, fra un paio di giorni è in libreria e in edicola.

Friday, November 14, 2008

Parlava Castells

Nei giorni scorsi Manuel Castells, sociologo della comunicazione catalana, è stato in Italia, a Milano alla Bocconi. Io sono andato a sentire quello che aveva da dire su comunicazione e potere (e Obama).

Due su Nova

Ieri su Nova 24 sono usciti due (dico 2!) miei articoli. Uno è qui.
Nell'altro (sì, ci manca un apostrofo...), la finivo così: «Riuscirà il nuovo presidente Usa a dare slancio alla green revolution auspicata da Friedman? Difficile, soprattutto perché si troverà di fronte a un paradosso: se il petrolio costa meno, l’economia riparte, si risparmiano soldi dal benzinaio e questo è un bene ma, al tempo stesso, si fa difficile, molto difficile mettere in discussione un sistema che funziona, almeno per ora, e investire su fonti rinnovabili come vento e sole».
Sebbene io non sia un esperto, mi sembrava una cosa ragionevole, o no?

Wednesday, November 12, 2008

Daje Waird daje

A me questa cosa che Wired edizione italiana lo diriga l'ex direttore del Romanista ancora mi fa un po' strano. Boh, sarò io.
Poi mi sono abbonato, sia chiaro.

Tuesday, November 11, 2008

Ricambio della classe dirigente

Doveva essere il 1984. Io mi aggiravo quartino un po' spaesato per il mio liceo quando capii che si era deciso (avevano deciso) che era tempo di impegnarsi nella lotta: autogestione (che allora sembrava molto off, mentre adesso mi sa che la fanno solo nelle scuole degli scolopi). Ci si divise in "gruppi di studio" e io scelsi quello sul Sud Africa e l'apartheid perché avevo una bellissima spilletta dell'Anc. Poi, non contento, partecipai anche a quello sul Nicaragua che con Daniel Ortega e i sandinisti provava a fare qualcosa di progressista in Centro America.
Oggi, apro l'Unità e leggo il seguente titolo: "Municipali in Nicaragua: avanti il partito sandinista di Ortega".

Saturday, November 08, 2008

Tropismo verso il nero

Ci vuole fegato e grande sapienza a citare l'agapismo di Peirce su un quotidiano italiano commentando le differenze tra obabismo americano e onanismo italico (versione sterile e di maniera di quello a stelle e strisce).

Friday, November 07, 2008

Scavalcati a sinistra

Dice Betta che il vero Barack Obama italiano è Silvio B. Qui.

Thursday, November 06, 2008

Puntini sulle O

Scusate, non per contraddirvi, ma quanti anni aveva Bill Clinton quando fu eletto?

Not bad

E poi si dice che la satira è a corto di talenti.

(mia selezione da Spinoza)



Il nuovo presidente ha 47 anni. Hanno fatto notare a Berlusconi che Obama potrebbe essere suo figlio e lui ha risposto "Può darsi, nel '60 sono passato da quelle parti".

Ora che è finita, però, diteci la verità. Joe Biden non esiste, vero?

Il PD italiano festeggia. Sembrano quei tizi che si vedono nei telegiornali, che stappano lo spumante dopo che è uscito il sei al superenalotto: cantano e ballano, ma non hanno vinto un cazzo.

Una domanda per Obama. Ci invadete spontaneamente o dobbiamo proprio rifarlo tutto, il fascismo?

Wednesday, November 05, 2008

Oh-bama


Belle le cento prime pagine dei giornali americani. Una buona fetta punta sul descrittivo “Obama wins", c'è chi si affida al solo nome evocativo, alcuni puntano su "history", per molti basta la foto.
A qualcuno gli è partita la mano.

PS. vedo oggi che la Gazzetta ha apprezzato.
PPS. dopo una lunga ricerca, ho ritrovato questo: quasi 700 prime pagine da tutto il mondo.

Michael Crichton: 1942-2008

Un mito degli anni Novanta se ne è andato.

Questo è stato ministro

No, no, Gasparri tenetevelo.

Eravamo alle medie

Che bella cosa.

Tuesday, November 04, 2008

Monday, November 03, 2008

Senza parole

Friday, October 31, 2008

From a logical point of view

Io, questa cosa del no ai preti gay non la capisco proprio. Non la capisco da un punto di vista logico e non morale, eh. Non la capisco non perché la pensi come una ulteriore discriminazione verso gli omosessuali che ogni giorno ne vivono di qualsiasi genere. No, no. A me sfugge qualcosa che precede.
Allora, se un prete per definizione (discutibile quanto si vuole, ma tant'è) non può avere rapporti sessuali, se un prete ha il dovere della castità, dov'è che i suoi orientamenti sessuali fanno questione? E' solo ridondante la puntualizzazione. O sbaglio? Un sacerdote non può fare sesso (né con gli uomini, né con le donne. Con i ragazzini non è peccato: è reato). Stop. Certo, può essere attratto da un bel maschio e da una ragazza ma questo rimane un problema suo, della sua coscienza o della sua anima. Ma finché non passa dai pensieri alle mani addosso, cosa cambia?

Non vorrei che dietro all'idea che i gay non possono prendere i voti, ci sia qualcos'altro. Per esempio, una mossa nella battaglia sulla metafisica dell'omosessualità ("si è o si diventa?").

Poi, lascerei perdere le idiozie della Binetti sulla pedofilia (sul "Corriere", oggi). Idiozie logiche, s'intende.

Thursday, October 30, 2008

Cicuta

Scopro solo ora, a sei mesi di distanza (sic), che lo Swif chiude. E' stata la prima e migliore risorsa on line italiana dedicata alla filosofia. Lo annuncia Luciano Floridi in un messaggio di commiato triste ma non troppo. Dal momento che in quello spazio ho fatto le mie prime cose per il web, un po' mi sale il magone. In questa intervista che facemmo sei anni fa Luciano spiegava le ragioni di quel progetto.

Per Halloween


Ok, no, a noi non ci fregano con queste feste importate eccetera eccetera. Perché è una festa del consumismo, americana, inutile...
Detto questo, domani vado a fare due chiacchiere col la ragazza aspirante vampira qui accanto (ve la saluto, d'accordo).
Per chi volesse invece coltivarsi lo spirito, un'interpretazione filosofica degli zombie.

Wednesday, October 29, 2008

«Provocatori pronti a tutto»


Dopo l'accorato appello di Cossiga, qualcuno si è messo la mano sul cuore e ha fatto suo l'invito del Presidente.

Voglia di comunità

Come dicevo qui, sono stato a Padova. Ed è stato proprio un bel stare. Una chiacchierata in libreria molto istruttiva, molte persone attente e interessate. Soprattutto ho scoperto cosa s'intenda quando si parla di comunità e di Nordest. Cioè, in verità non sono sicuro che i sociologi "nordologi" ne parlino proprio in questo senso, però credo che un po' c'entri. Ho conosciuto il gruppo di scrittori che qualche anno fa ha partorito I nuovi sentimenti, una raccolta di testi (racconti, appunti ecc.) che dovrebbe anche essere una sorta di manifesto di una nuova poetica, il "realvisceralismo" lo definiscono ironicamente.
Ma non sono (solo) le qualità letterarie che mi hanno colpito. C'è una voglia di stare insieme che non è normale, ve lo assicuro. Passano ore e ore a discutere di libri, di scrittura e di tutto il discutibile (l'altra sera a cena hanno litigato intorno alla gnosi, per dire). E' la passione che ci mettono in questi meeting, anche i più leggeri, che fa specie. Si beve spritz, si commenta quel testo di quello, di quell'altro, si beve birra, ci si accalora. Si beve grappa.
A guardarli insieme, giovani e "vecchi" danno l'idea di essere in "Amici miei", ma colto e padano però.

Sunday, October 26, 2008

C'era una volta

Thomas Friedman, il guru del mondo piatto, ha scritto un gran libro sulla green revolution che l'America prima e il mondo poi dovrebbero sbrigarsi a fare se vogliono salvarsi dalla catastrofe ambientale. Soprattutto, è pieno d'entusiasmo e di slancio come solo un americano sa essere.
Il libro è uscito un paio di mesi fa, a occhio. Poi c'è stato, sul finire di settembre, il deflagrare della crisi e il rinculo (psicologico e non solo) sui progetti di chi pensava di poter uscire da una economia "petroliodipendente". Qualche giorno fa, Friedman sul Nytimes ha provato a rimettere insieme i cocci.

Saturday, October 25, 2008

Venghino, siori, venghino

Lunedì, nel tardo pomeriggio, il tenutario sarà a Padova a parlare di ”Letteratura e Nordest“. Accorrete numerosi.

Friday, October 24, 2008

Riformatevi

A leggere l'intervista di ieri a Cossiga sul Riformista (a Fabri'...) ci avevo pensato pure io. Poi, Luca Sofri ci ha avuto anche la pazienza di scrivere a Polito a tarda sera.

Aridatece Gasparri, please

Thursday, October 23, 2008

Disegno dal vero


Oggi sono stato a conoscere Guy Delisle che è un gran disegnatore di storie a mezza via tra il giornalismo e l'autobiografia (anche se lui dice che siccome non ci sono le 5 W nelle sue storie allora non è giornalismo). Per dire, questa e questa meritano non poco. La Manu che ci fa pure la tesi su gli ha fatto un'intervista molto carina che metteremo da qualche parte.
Qui c'è il suo blog.

Spin doctor

«Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand’ero ministro dell’Interni (…). Gli universitari? Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri. Le forze dell’ordine dovrebbero massacrare i manifestanti senza pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli a sangue e picchiare a sangue anche quei docenti che li fomentano. Non quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì».

(Gli illuminati consigli di Cossiga a Maroni, sul Quotidiano nazionale di oggi)
(segnalato da Alessandro Gilioli)

Tuesday, October 21, 2008

Vittorio Foa

Vittorio Foa (Torino, 18 settembre 1910 – Formia, 20 ottobre 2008).

Monday, October 20, 2008

Oltre le firme c'è di più?


Io pure lo aspettavo con curiosità perché ci ho un gusto un po' ossessivo a sfogliarli i giornali. Al di là della festa, piena di gente incazzzzata, ci piaceva di vedere venire fuori qualche idea nuova. Mi dicevo, o si innova la scatola (grafica) o si innova la ciccia. Oppure, tutte e due se proprio va di lusso.
E invece? Il nuovo Riformista non ci piace (non è una condanna, eh). Vabbè, hanno sbagliato la pagina dello sport (Hamilton come Obama? che invenzione...; Simoncelli pure su Vanity Fair è uscito; Matteoli che cambia canale se guarda la Juve? che crossover). Ok, la pagina di gossip ve lo fa vedere a voi tristoni di sinistra che siete contro Verissimo (però mettetela al posto giusto, che se l'invenzione delle cronache vale una medaglietta per Ezio Mauro, due culi dopo gli esteri e prima degli editoriali non si capiscono se non li spiegate). In prima, c'è il prestigiosissimo pezzo di Guia Soncini che sì che le Winx non si criticano e che anzi fanno bene (no no, Guia, le Winx fanno schifo, sono scritte con i piedi e disegnate peggio. Leggere l'Uomo Ragno e X-Men, per criticare quelli che il gioco della Città del sole è il migliore); le pagine della cultura? mah.
Poi è arrivato lui e ha tirato la linea.

Periferia infinita magnagatti

Sul tumblr ho messo la chiacchierata con Vitaliano Trevisan su Vicenza, la letteratura e la periferia infinita uscita su Reset.

Friday, October 17, 2008

Solo non si vedono i due leocorni


Lunedì prossimo uscirà il nuovo Riformista e ieri hanno fatto una bella festa con un sacco di facce nuove. C'era tutta la crème della via italiana al laburismo. Però non avevano avvertito nessuno che loro sono un giornale "incazzato".

Aristotele in Indonesia

Carlos Fraenkel aveva già scritto un bel pezzo sulle sue trasferte per insegnare filosofia in contesti particolari. Era stato nell'unica università palestinese e ne venne fuori un racconto molto significativo di dialogo in concreto (lo traducemmo pure sulla rivista). Ora è andato in Indonesia a parlare della Repubblica, di Platone, di Aristotele, di democrazia e di molto altro. Su Dissent il suo racconto, che dai primi paragrafi si preannuncia ottimo.

Why he blogs

«The quintessential blogger avant la lettre was Montaigne». Andrew Sullivan su The Atlantic scrive l'ultima analisi (almeno finora) del fenomeno blog. A occhio mi pare migliore di altre. E comunque più colta, che non guasta.

Thursday, October 16, 2008

Razzismo e diritti umani

Il prossimo giovedì noi si sarà qui per una presentazione del (quasi) nuovo numero di Reset. Per chi vuol venire: è alla Fondazione Basso, dietro al Senato. E prenda nota dell'ora antelucana.

Wednesday, October 15, 2008

Cultura generale

Diciamolo, che il principale quotidiano italiano a pag. 2 non sappia che per CO2 s'intende l'anidride carbonica, "il micidiale biossido di carbonio" scrive Luigi Offeddu traducendo un qualche documento, fa un po' impressione.

Tuesday, October 14, 2008

Scemo e più scemo

Spero che tutti quelli che se la prendono (giustamente) con gli articoli del tipo "Il web rende più stupidi e non parliamo poi di Google" si prendano gioco di ricerche tipo quella a cui da spazio adesso il Corriere.

Friday, October 10, 2008

Spare Cycles

Chris Anderson nel suo ultimo post butta lì le sue riflessioni sugli effetti della crisi finanziaria sull'economia "free". E noi che crediamo nel girare a vuoto ci speriamo.

Thursday, October 09, 2008

Fatti più in là, uh uh

German engineering, Swiss innovation, American nothing. (Pubblicità della Smart Fourfour)
Sto leggendo il nuovo libro di Thomas Friedman e la battuta con cui si apre non è male. Dopo The world is flat, questo Hot, Flat and Crowded poteva essere un best seller, "poteva" perché sognare una rivoluzione verde, come fa Friedman, in questo momento di catastrofe economica non sembra l'urgenza di tutti i governi, in primo luogo di Obama e McCain.

Made in Britain

Perché noi non possiamo permetterci copertine così chic?

Wednesday, October 08, 2008

Ricercato

Arrivare su questo blog con Google è una cosa da eletti (pochi). Io, personalmente parlando, amo molto coloro che ci giungono cercando "pettinare le bambole" (e sono molti, proporzionalmente parlando). Però da ieri, il lui o la lei che sono arrivati qui cercando "collezionisti di cose solo in un senso secondario" hanno la mia massima stima e salgono sul podio, senza passare dal via.

Monday, October 06, 2008

Mi ricordo, sì, io mi ricordo


Sto leggendo l'inchiesta che Silvia Ballestra ha dedicato a quella stagione che sembra lontana secoli in cui Giuliano Ferrara pontificava per via metafisica intorno all'embrione, alla vita, alla morte, all'omicidio senza assassini ecc. Le cose andarono come andarono, la lista pro-life prese quanto il partito della terza internazionale, Ferrara si rinchiuse nella sua fortezza Bastiani del Foglio e tutto tornò come prima. Anche Boselli scomparve sepolto non tanto dal ricatto maggioritario di WV quanto dall'inconsistenza politica della sua proposta, inconsistenza analoga e contraria a quella di Ferrara (d'altra parte, se Ferrara prende lo zerovirgola, perché i noFerrara dovevano prendere di più).
A leggerli ora, i resoconti indignati e sbigottiti di Silvia, fanno uno strano effetto. Da una parte c'è il fatto che l'aborto clandestino non è affatto scomparso (lo dice pure il Corriere di oggi), che gli obiettori di coscienza si moltiplicano negli ospedali, che la Ru486 è ancora un tabù. Dall'altra però - se a un fantoccio ideologico se ne è subito sostiuito qualche altro - la crassa ignoranza e violenza di un essenzialismo cattolico, pure di riporto, pare ricondotta nel suo giusto alveo, la canonica. Almeno per ora.

Un po' di sano cinismo

Borse a picco. Unicredit continua a perdere
Il Papa: "Solo la parola di Dio è solida"

Saturday, October 04, 2008

Interamente

«Il Paese (l'Italia, ndr) ha assorbito una grande quantità di neri, è stato interamente invaso da gente di colore». Così il demografo Baget Bozzo oggi sul Giornale.

Friday, October 03, 2008

Basta un poco di zucchero e la pillola va giù

Che bella cosa la rete. Giusto ora scopro che un deputato del Pdl nonché coordinatore ligure di Forza Italia, in un suo fondo sull'edizione genovese del Giornale, cita una mia recensioncina di ben cinque anni fa per confermare l'idea che al centro della cultura dell'Occidente debba esserci la cristianità. Per fortuna ha la decenza di citarmi insieme a Edmund Husserl, per carità. Sob.

Thursday, October 02, 2008

La tigna del compagno Variati

Io non so com'è o come non è, se oggi abbia ragione Ilvo Diamanti oppure il resto del mondo che non vuol far fare sto benedetto referendum (anzi no, consultazione popolare). Certo è, che se continua così, Achille Variati, alle prossime elezioni a Vicenza prende il 70 per cento dei voti. E c'è pure il rischio che risollevi il Pd.
Per non dimenticare di chi stiamo parlando qui una chiacchierata con il sindaco.

La Gelmini a Malibu

Stamattina non è una gran mattina: i bambini tossiscono, il cielo è grigio e io me ne sto alle 9 nella sala d'attesa di un dentista aspettando che il signore in camice cali la mannaia (1040 euri...).
Ma ecco che la tonalità affettiva cambia. Trovo un vecchio Grazia e mi vado a vedere le pagine dove mi capitava qualche volta di scrivere e dove da tempo non scrivo più. Sfoglio ancora e m'imbatto in un'intervista a Will Smith (sì, l'amico di Muccino). Inizio a leggere e mi si para davanti l'Italia del futuro prossimo, dove dei ricchi scemi pretendono di avere una scuola in casa propria, però finanziata dallo Stato. Strappo la pagina e ora, a casa, trascrivo fedelmente i passi significativi.

«Io e Jada pensiamo che vi siano cose che i nostri figli devono conoscere e che non sono proposte dall'educazione tradizionale. Crediamo che lo sviluppo della propria personalità sia molto più importante del teorema di Pitagora. Preferirei che facessero gli attori piuttosto che i fisici nucleari». A chi paragonerebbe i suoi figli? «Jaden è come Johnny Depp. WIllow è come Paris Hilton: prima di tutto le piace apparire».
Dimenticavo, pare che Smith sia di Scientology.

Tuesday, September 30, 2008

A proposito di razzismi

Davanti a Sos Tata pensavo: ma che fine ha fatto Magdi Cristiano?

Friday, September 26, 2008

Speranze

Giornata iniziata un po' a schifo. Comunque oggi pomeriggio si parte per Torino. Domani sarò qui, per la precisione proprio qui.

Thursday, September 25, 2008

Palladiana

Dice Achille Variati sindaco di Vicenza.

E' più forte di me


Ecco, io proprio non riesco a indignarmi perché Margherita Granbassi non sappia nulla tv e sia arrivata lì. No, no, no, non ce la faccio.

Wednesday, September 24, 2008

Evoluzione, sì, però

Come da tradizione, Nature (principale rivista scientifica europea) propone ai due candidati alle elezioni Usa di rispondere a una ventina di domande su scienza, tecnologia e ambiente. Programmi, intenzioni, promesse spesso fumose, ma a volte no (andate a rileggere i questionari di Bush e Kerry). In questa occasione uno dei due (McCain) decide di non rispondere (proprio così...), lasciando campo libero all'altro. La redazione si trova un po' in mezzo e decide di fare un collage con le cose che il candidato repubblicano aveva già espresso in passato. Comunque è istruttivo. Il tutto si potrà leggere da giovedì.

Tuesday, September 23, 2008

Piccolo spazio pubblicità


Queste foto di Naomi l'ha fatte un giovane fotografo amichetto mio.

Proporzioni

Io no. Io invece penso che a Castel Volturno ne hanno ammazzati sei (6) perché erano negri (e pure poveracci).

Monday, September 22, 2008

Miti d'oggi

"The world needs American leadership" è l'ultimo dei dieci miti sugli Usa che The Nation prova a sfatare.

Reset 109


Esce domani.

Generazione Balotelli

E' vero. Io avevo notato la stessa cosa a Padova (ci avevo scritto pure qualcosina qui). Eppure, ieri ho respirato un po' del nuovo che vorremmo. Tornando dal nord ho incrociato un po' di speranza in carne e ossa, senza fronzoli retorici. Quattro ventenni di ritorno dalla manifestazione per il giovane milanese ammazzato al grido "sporco negro". Uno era evidentemente di colore, un altro indiscutibilmente orientale, un terzo si chiamava Mohamed e la quarta al cellulare parlava filippino. Il nuovo normale è che tra loro parlavano romano, ma romano romano, cazzeggiavano ("hai preso un palo co' quella") leggevano Internazionale e discutevano di quello che non gli va nell'università italiana. Sembrava uno spot veltroniano, ma questo era vero.

Rassegna stampa

Venerdì 19 settembre, sull'eurostar Roma-Bologna, in prima classe erano distribuiti gratuitamente i seguenti quotidiani:
Il Giornale, Libero, Finanza e Mercati, Il Sole 24 ore, Il Tempo, La Repubblica.
Da ciò emerge un tratto antropologico molto particolare del frequentatore tipo della business class di Trenitalia.

Wednesday, September 17, 2008

Mo l'ho detto

Segnatevelo. Alemanno non ci arriva alla fine della legislatura. Gli prende un esaurimento nervoso prima.

Monday, September 15, 2008

Eureka


A me che amavo la Margherita Zalaffi, una così non poteva alzarmi un pelo. Anzi. Con quel suo guardare fisso in camera, quel sorriso nevrotico, quel suo non voler pagare le tasse, con quel suo eloquio da recita di fine anno, dalle suore però. Pure a Pechino la guardavo e mi dava noia. Una che ogni due parole ti dice che ha un figlio e che pare che è la prima nella storia dell'umanità a vivere quest'esperienza, mi stava già qui. Poi, dopo questo simpatico spettacolino direi che siamo a posto.

Sunday, September 14, 2008

David Foster Wallace

La notizia è questa. Il commento questo. E io avevo appena ripreso in mano la sua aragosta.

Thursday, September 11, 2008

Verità soggettiva

Del discorso di Ignazio La Russa dell'8 settembre la cosa che più mi aveva sbigottito era quell'avverbio soggettivamente messo lì così a capocchia eppure cardine del discorso del ministro. Ero indeciso se fosse ingenuità o ottusità a fargli utilizzare un argomento (appunto la soggettività della scelta sbagliata) confutabile da chiunque senza troppa fatica. Oggi Massimo ci scrive in maniera saggia.

Wednesday, September 10, 2008

Filosofia delle piccole cose

Trovo l'articolo che qui copincollo sul sito di Loredana. A me sembra superficialmente condivisibile ma basta pensarci un po' e me lo sembra molto meno. Ho buttato qualche appunto giu' nei commenti. Se mi viene qualcosa d'altro lo metterò. Vediamo.

La critica apocalittica dell’industria culturale è un fenomeno di industria culturale, suggeriva Eco in Apocalittici e integrati. Era il 1964. Sono passati molti anni da allora, e sicuramente oggi anche un lettore severo come Citati, che nel ’64 criticava Eco, non si scandalizzerebbe più di fronte a un’analisi di Superman, preferendo piuttosto dedicarsi egli stesso a scrivere la Fenomenologia del tenente Colombo – come per altro Citati ha fatto. La critica apocalittica come fenomeno di industria culturale è dunque morta? Parrebbe di no, stando almeno all’articolo di Nicla Vassallo apparso sul supplemento culturale del “Sole 24 ore” il 29/6/ 2008 con il titolo Sopravvivere al pop pensiero.
L’Autrice attacca duramente i libri di filosofia dedicati ai polizieschi o alle serie tv, classificandoli come “volumi dozzinali che consegnano il discorso filosofico alle perversioni di un mercato editoriale ove il profitto a qualunque costo ha spesso il sopravvento sull’eleganza e la ricercatezza della qualità”. I termini e il tono sono fin troppo chiari: non c’è scampo per la filosofia della cultura di massa – e nemmeno il tempo per una sua seria analisi. Tanto meno per un’autocritica da parte dell’Autrice, benché forse sarebbe stata necessaria: Nicla Vassallo ha infatti pubblicato un saggio dedicato al film Matrix che è, a tutti gli effetti, un film pop.
Per parte mia, ho scritto insieme ad altri tre filosofi un libro di filosofia dedicato alla serie tv “Dr. House” (La filosofia del dr. House. Etica, logica ed epistemologia di un eroe televisivo) e a settembre pubblicherò Harry Potter e la filosofia. Fenomenologia di un mito pop. A differenza di Nicla Vassallo, non credo che la qualità di un’opera filosofica dipenda dall’oggetto o dal problema che essa tratta, ma dal modo in cui lo tratta: dalle questioni che pone, da come si articola la sua argomentazione, dal rigore della sua scrittura. Nel prologo del libro dedicato al dr. House non a caso scrivevamo: “Non ci sono cose degne o indegne di attenzione filosofica, ma solo buoni o cattivi modi di fare filosofia sulle cose. La filosofia non dovrebbe rinunciare a niente, nemmeno alla televisione”.
La forza della filosofia non è fatta né di anatemi né di esorcismi; e nemmeno di facili snobismi: la sua forza risiede proprio nella libertà radicale del suo domandare. Nessuno può dire che cosa e come la filosofia debba interrogare. Perché la libertà di interrogazione filosofica è radicale o non è. Ed è in nome della libertà radicale del suo interrogare che la filosofia può, senza troppi timori, dedicarsi all’analisi della cultura di massa e dei suoi miti che sono un elemento essenziale di questo nostro tempo di cui, diceva Sartre, non possiamo perdere nulla. Se la filosofia è il proprio tempo appreso con il pensiero è auspicabile che i filosofi che del proprio tempo vogliano capire qualcosa, e magari trasformarlo, abbandonino le pose, ormai logore, della critica apocalittica per cominciare a interrogare seriamente e criticamente la cultura di massa che è parte integrante dell’orizzonte simbolico del mondo in cui viviamo. Che si tratti di “pop filosofia” o di una nuova forma di filosofia per una nuova generazione di filosofi, non fa differenza. Si tratta, in ogni caso, di un pensiero che non rinuncia a niente.

Tuesday, September 09, 2008

Buddha rulez

Ormai capita spesso di leggere interviste, perlopiù di attori anzi di attrici, nelle quali si tessono le lodi del buddismo, di quanto ha inciso sulla serenità, l'equilibrio della loro vita ecc. Mai che uno dica: "oh, ci ho provato pur col buddismo ma non ne vengo fuori" oppure "mi ero gettato con tutta la passione, ma questo buddismo mi ha proprio deluso". Quello che mi chiedo è se oltre la moda esotica ci sia qualcosa in più, qualche senso recondito per questo buddismo de' noantri che io non vedo.
(niente, è che ho appena finito di leggere un'intervista a Valentina Cervi su Io Donna)

Wednesday, September 03, 2008

Sul pezzo

Finalmente qualcosa di nuovo: un'inchiesta del prestigioso critico letterario sugli sms che cambiano la lingua italiana.
Magazine-Corriere della sera

La Camorra e Ponzio Pilato

Ora, io non lo so come sia questa volta, con il calcio e i tifosi del Napoli. Sarà pure vero che in mezzo a quel casino che è successo prima a Napoli e poi a Roma ci sia pure la mano della Camorra, come dice il capo della Polizia Manganelli. Eppure, ha sempre un po' l'aria di un lavarsi le mani questo riferimento alla criminalità organizzata per le questioni che non si riescono a risolvere e, forse, neanche ad affrontare. La storia della monnezza sembrava pure un po' così. Dietro i casini per Catania-Palermo chi c'era? una joint-venture Santapaola-Riina? e a Roma dopo l'uccisione di Gabriele Sandri, chi scatenò gli incidenti che misero a ferro e fuoco la città? la Banda della Magliana? Per non parlare della mafia del Brenta per gli scontri nel Nordest.

PS. Cappero! O La Russa legge questo blog o mi sono rimbecillito.

Tuesday, September 02, 2008

Altro che wurstel e birra


Oggi ho scoperto questo gran blog. Mi sono letto di gusto tutta la lista delle cose da (non) comprare nei supermercati tedeschi. Certo, io ne avrei altre da suggerire, per dire i Vampire dell'Haribo, fatto sta che non è niente male.

Tuesday, August 26, 2008

Collettivizzare


Una volta che hanno scoperto Photo Boot, la relazione col mio calcolatore bianco si è complicata.

Lanerossi

Oggi a Vicenza la luce era perfetta. Ho visto: un topone (nutria?) che sguazzava nel Retrone e la basilica palladiana impacchettata per i lavori di restauro giusto nel 500esimo anniversario della nascita dell'artista. Ho incontrato Vitaliano Trevisan che si lamentava perché non ci sono più i vespasiani di una volta e questo sì che è vero degrado.
Domattina vado a conoscere il campione che alle ultime elezioni è riuscito a fregare Lega, Galan e pure Calearo e che ha fatto scrivere a Ilvo Diamanti «Il Pd riparta da Vicenza».

Sunday, August 24, 2008

«Gli olandesi? Sono stati imprudenti. Non sono responsabile»

Così il sindaco di Roma Gianni Alemanno commenta la notizia della violenza subita dai due turisti aggrediti a Ponte Galeria. Immagino cosa avrebbe potuto dire se fosse stato il primo cittadino di Firenze all'epoca del Mostro: "quelle morti orribili se le sono andate a cercare mettendosi ad amoreggiare in macchina o in tenda".
Corriere.it

Saturday, August 23, 2008

Trend

Si può dire se si hanno le scatole piene di giornali italiani che di Obama contano anche i peli nel naso?

Tuesday, August 19, 2008

Gender gap


Durante queste vacanze mi ha capitato di leggere molti fumetti. Per me e soprattutto per altri. E mi sono sentito molto fortunato ad avere due figli maschi (per ora) immuni dal fascino delle Winx. Mentre noi (e dico noi) si imparava a memoria l'albo dei Fantastici Quattro trovato sull'isola e, chi più e chi meno, intuiva l'incredibile mitologia Marvel messa in piedi da Stan Lee e co. la povera bambina seienne era costretta nella sciatteria grafica e di scrittura delle sei maghette nate a Macerata.
By the way, noi ci siamo molto appassionati alle vicende di Tempesta e Pantera nera (qui accanto la foto del matrimonio).

Monday, August 04, 2008

Si parte


I pupi and I saranno qui per i prossimi giorni.
(Foto presa qui)

Lo scrittore ai tempi di Galan

Oggi chiacchierata telefonica con Romolo Bugaro, scrittore e avvocato padovano. Cosa significa scrivere dal e del territorio, in questo caso del Nordest, come cambia il mestiere di scrivere nell'epoca del passante di Mestre, e altre cosucce così. Bella. Uscirà sul prossimo Reset.

Pappappero

A proposito di una tv democratica: "Walter ha avuto l'idea prima di D'Alema". Visto che dell'identità del Pd ancora non c'è traccia e visto che il simbolo del partito fa alquanto ribrezzo, qui si propone di sostituirlo con secchiello e paletta.

Friday, July 25, 2008

Prima pagina

Quando si dice cos'è una notizia.

Wednesday, July 23, 2008

Il leghista rosso

«Dopo Caporetto mica sono rimasti gli stessi generali. Non penseranno gli stessi comandanti di riorganizzare l’esercito?». Un po' di tempo fa, accennavo alla mia visita a Padova per incontrare quel tipo strano del sindaco Flavio Zanonato, quello del muro di via Anelli ma nostalgico della democrazia che c'era nel Pci, che fa le foto ai clienti delle prostitute ma che a destra dicono che dà troppi soldi agli immigrati. Su Europa, è uscito un assaggio dell'intervista nella quale spara contro il suo partito, il Pd. Quella completa su Reset è molto meglio...
Europa

Friday, July 18, 2008

Sei glande, glande, glande

L'altro giorno sono stato invitato a un "dibbatttito" che si chiamava Salam America. Eravamo io, una professoressa di lingua araba e un poeta-giornalista canadese. Loro discutevano animatamente dell'attualità o meno di Settembre Nero nell'attuale vicenda palestinese. Io, che ne sapevo poco, ho cercato di dire che in fondo, malgrado tutto lo schifo e le impronte ai bimbi rom, la deriva multiculturale (o policulturale o interculturale o come la volete chiamare voi) della nostra società è inevitable. E che due sono gli indicatori fondamentali di questa trasformazione: 1) nessuno ride più se i cinesi dicono la "l" invece delle "r" e 2) mangiare un kebab a pranzo è diventato normale. In attesa che il cous cous alla amatriciana sancisca il passaggio definitivo. Vedo che ne parla anche Michele Serra oggi nella sua rubrica delle lettere del Venerdì.

Tuesday, July 15, 2008

Samantha, Medea, Selvaggia e le altre

Dico, ditemi se non è uno dei giochetti più incredibili che si trovano sul web. Sulla distribuzione dei nomi a bambini e bambine americani dall'800 a oggi. Per dire, Alexander dopo il boom dei Seventies, il picco dei Nineties, è in calo.
(Trovato sul blog di Chris Anderson).

Mozione d'ordine


E' vietato partecipare con gli occhiali da presbite ma in qualità di giovane alle convention di giovani nelle quali alcuni giovani vogliono uccidere il padre con un piumino per spolverare.
(La foto l'ho presa qui)

Reset 108

Sunday, July 13, 2008

Cerca l'errore

Il trucco c'è e si vede (foto Ansa, presa dal sito del Corriere).
Corriere.it

Esportare l'obesità

E' bello e condivisibile l'articolo di Serge Latouche sull'austerità consapevole, sulla necessità di una società della decrescita per salvarsi dalla catastrofe ambientale, energetica e sociale incipiente. Tutti i giorni il mondo ci offre argomenti per spendere di meno, mangiare di meno, consumare meno benzina ecc. D'accordo.
Ora, io mi chiedo, se questo funziona per noi da queste parti occidentali, se il discorso fa opportunamente leva sul nostro senso di colpa di sfruttatori, colonizzatori obesi e consumatori compulsivi, perché dovrebbe funzionare anche per un brasiliano, un messicano, un sudafricano? Perché un cinese che ne ha le palle piene di andare in bici e si è appena comprato la macchina dovrebbe lasciarla in garage? Se l'abitante di Soweto conoscesse Alberto Sordi potrebbe obiettare: «m'avete mandato a piedi finora, posso esse' ancora un po' incazzato?».
la Repubblica

Saturday, July 12, 2008

Father and son

Bisogna ammetterlo, per andare a uccidere il padre a casa sua ci vuole del coraggio (soprattutto, scavalcando il muro di auto e di afa che c'era ieri a largo del Nazareno davanti alla sede del Pd che io ci ho pure provato ma non si trovava posto per il motorino nel raggio di 5 chilometri). Ancora più coraggio se poi quel padre si palesa davanti agli occhi e tu ci rimani un po' così.
La mia impressione è, però, che con discorsi come questo a Walter Veltroni e a tutti gli altri zii gli si tagliano al più le unghie dei piedi.

Friday, July 11, 2008

Risvegli


Sia come sia, da stamattina mi ha assalito un dubbio:

Che fine ha fatto Ferrara?

Wednesday, July 09, 2008

Sgualdrinelle dei valori

Ieri pomeriggio sono andato a piazza Navona a vedere quanta gente c'era. E ce n'era di gente. La mia idea era di trovarci parecchia gente che conoscevo. Ma invece non ce n'era tanta. Ho incontrato Mauro, un mio vecchio compagno di squadra di baseball, con il quale ormai ci vediamo solo alle manifestazioni (la Pantera, la guerra in Iraq....). Pochi altri. Però c'erano molte professoresse tutte eccitate di stare là ad applaudire Di Pietro e a ridere di gusto alle battute di quella e di questo. Tutte quelle professoresse (perché erano professoresse, no?) sghignazzavano un sacco quando un signore che scrive libri gialli dava delle "sgualdrinelle" alle accompagnatrici di Berlusconi. Sai che ridere.

PS. mi è venuto il dubbio (e chissà che vorrà dire...) che il titolo potesse essere frainteso: le "sguardrinelle dei valori" non sono di certo le professoresse in piazza, piuttosto le protagoniste di una certa retorica moralista e pure un po' destrorsa.

Thursday, July 03, 2008

Noi invece abbiamo Paolini


Repubblica.it

Monday, June 30, 2008

Inautentici, incredibili

Credo che qui Giglioli s'accosti per bene alla questione: il centrosinistra, ossia il Pd, è inautentico. Quel che gli manca, o meglio, una cosa tra le molte altre che gli mancano, è l'autenticità dell'immagine (strano ossimoro). I vari notabili vanno in video sempre con una maschera e si vede sempre il cerone, sono lì si barcamenano tra affermazioni che non gli appartengono.
Certo, la cosa un po' triste è che per essere autentici bisogna sbagliare i congiuntivi e dare del pappone a Berlusconi. Ma tant'è, quel che manca è l'autenticità da cui discende direttamente la capacità di essere credibili.
Per Reset sono stato a Padova a incontrare Flavio Zanonato, il "sindaco sceriffo", il "leghista rosso", quello dei muri di via Anelli. Ecco, l'impressione che ho avuto è che gente così andrebbe tirata un po' più dentro nel loft, anche a farsi spiegare un po' di comunicazione politica. In un faccia a faccia Zanonato-Berlusconi saprei dove scommettere i miei dieci euri.

Monday, June 23, 2008

Quiz


La foto qui accanto è stata scattata in:

1) Una nave da crociera.

2) Casa di Hugh Hefner, l'inventore di Playboy.

3) Un hotel sette stelle a Doha.

4) Un cazzo di mastodontico centro commerciale inaugurato oggi a Roma alla presenza di, pensate un po', Cristina Chiabotto.
Repubblica.it

Sunday, June 22, 2008

Coperta corta

Intervista a Massimo Cacciari su Repubblica.

«La composizione sociale del nostro elettorato è drammatica. Noi perdiamo nelle nuove professioni, nei ceti produttivi, negli operai. Vinciamo un po' qua un po' là, ma i settori dove siamo maggioranza sono insegnanti e professori, aristocrazia operaia, pensionati (...) Noi, tra chi lavora, quasi non esistiamo».

Caro Massimo, io lo capisco pure quel che vuoi dire. Non sei il primo che lo dice e ci avrete pure ragione. Ma, santo cielo, ma se io sono un maestro d'asilo, una professoressa di latino e greco, un operaio aristocratico (!) e ho pure votato Pd, mi potrà pure un po' rodere che il sindaco di Venezia mi viene a dire che il partito quasi non esiste tra chi lavora? Non è che poi prendiamo qualcuno di più tra le "nuove professioni" e poi ci perdiamo le professoresse che leggono Repubblica?

Friday, June 20, 2008

Al galoppo

La copertina della primavera.
Le altre foto qui.
Repubblica.it

Thursday, June 19, 2008

L'arrotino, l'ombrellaio

«Torniamo ad appassionarci al lavoro, come gli artigiani di una volta». Oggi su Nova 24 un pezzetto della mia chiacchierata con Richard Sennett. Appena ho un attimo lo metto qui. Eccolo.
Nova 24

Tuesday, June 17, 2008

Di tutto, di più

Quello che ci aspetta da settembre a noi che non ci abbiamo Sky.

Gigi D'Alessio, Anna Tatangelo, Pippo Baudo, Antonella Clerici, Raffaella Carrà, Lamberto Sposini, Michele Cucuzza, Eleonora Daniele, Carlo Conti, Montalbano, Cocò Chanel, Pane e libertà, Einstein, I Vicerè, Paolo VI, Pinocchio, Provaci ancora Prof. 3, Puccini, Raccontami 2, Stella della porta accanto, Una madre, Questo è amore, Suor Bakhita, Veronica Maya, Caterina Balivo, Massimo Giletti, Lorena Bianchetti, Bruno Vespa, Katia Noventa, Gene Gnocchi, Elisabetta Canalis, Max Giusti, Francesca Senette, Milo Infante, Simona Ventura, Michele Santoro, Serena Dandini, Fabio Fazio, Roberto Saviano, Alberto Angela, Dario Fo.
Corriere.it

Thursday, June 12, 2008

Vendela Vida

Oggi si intervista lei. Ha scritto una storia di una ragazza incazzata con gli uomini (padri e fidanzati) che va a cercare se stessa in Lapponia.

Tuesday, June 03, 2008

Paradossi all'italiana

Scopro oggi che il mio vecchio professore Tullio De Mauro scrive cose molto sensate, e non me ne stupisco, sulla "questione rom" e gli italiani.

«Ai molti di loro che, come i loro fratelli, cercano una residenza stabile e si sedentarizzano, dal Piemonte al Molise, non si perdona di non essere più nomadi e a chi di loro è ancora vagante non si perdona il nomadismo. Privi di uno standard scritto unitario, le loro parlate sono molteplici e mal afferrabili. Orrore, orrore nel paese degli analfabeti. Li teniamo ai margini e però rimproveriamo loro di essere marginali.»
Qui per leggere tutto l'articolo.
Internazionale

Friday, May 30, 2008

Puntini sulle i

Io lo capisco, Antonio Polito ha preso d'aceto e Veltroni ha perso. E d'allora, il Riformista dà addosso a Valter. Ogni giorno sta' lì farci la spiega, a volte ha ragione da vendere altre no. Oggi no. Tatuarsi Che Guevara e tatuarsi un celtica sul braccio non è la stessa cosa. Questo non significa che la topica presa da molti sull'«aggressione nazifascistaxenofoba» del Pigneto non sia grave e che la sinistra non riesca ad avere un'idea di quel che passa nel paese. Eppure, non sono la stessa cosa. Chi si tatua una celtica è di destra, chi si tatua il Che non sempre, anzi ora sempre meno, è di sinistra (si pensi a Tyson e Maradona).
Tommaso Labate si è andato a fare un giretto al Pigneto per raccontare un po' l'aria che tira dopo l'uscita dell'Ernesto. Un bell'articolo, ve lo consiglio. Peccato per il paragrafetto "politiano", un po' buttato lì, a bacchettare anche quando, tutto sommato, aveva ragione Veltroni a dire che tatuarsi l'Ernesto sul braccio non vuol dire più nulla.

E stamo mejo noi che nun magnamo mai

Eroi della sinistra


Pensa che casino sui giornali se ci andava lui nel negozio del bengalese al Pigneto.

Thursday, May 29, 2008

Me so scordato

Ci si voleva andare veramente a Monti alla prima uscita dei Daje Boys. Poi grappa e Giusy m'hanno tenuto a casa.

Io non ci sarò

Benjamin Barber, Jürgen Habermas, Seyla Benhabib, Ian Buruma, Avishai Margalit e tanti altri a Istanbul la prossima settimana.
Reset

Tuesday, May 27, 2008

Ora come ora

Io ci vado. Poi vai a vedere se ci ho ancora voglia domani.

Friday, May 23, 2008

Periferie

Scrive Marco Damilano sull'espresso: «Per la sinistra è necessario ripartire dalle periferie, si è detto, e Nichi Vendola dà il buon esempio. Lunedì 19 maggio, per lanciare la candidatura alla segreteria di Rifondazione comunista, il presidente della Puglia ha scelto i tavolini tondi della discoteca romana Alpheus, di fronte al Gazometro, nel quartiere Ostiense prediletto dal regista turco Ferzan Ozpetek»·

Comunicazione di servizio: l'Ostiense, la zona del Gazometro, non sono per niente periferia, anzi. A due passi da Testaccio, zona fighetta in cui i prezzi delle case hanno raggiunto quelli di Trastevere. Piena di locali alla moda, discoteche yeah e televisioni neodalemiane.
Consiglio: leggere Il contagio di Walter Siti e farsi un giro verso Centocelle, Giardinetti, La Rustica, Laurentino 38.
L'espresso

Thursday, May 22, 2008

Renato Soru

Cagliari, 22 mag. (Adnkronos) - ''La proprieta' dell'Unita', tra una quindicina di giorni, non sara' del signor Renato Soru e nemmeno di una societa' di proprieta' del signor Renato Soru. Sara' di una Fondazione senza scopo di lucro". Lo ha detto oggi il presidente della Regione Sardegna, Renato Soru, nel corso di un incontro con gli studenti del liceo classico 'Siotto Pintor' di Cagliari.

Repetita iuvant?

Voglio ribadire questo concetto.

Wednesday, May 21, 2008

A proposito di rom e integrazione

Sul nuovo Reset, un lungo dossier sulla questione rom. Io ci ho scritto questo dopo che ero stato qui.

Il viaggio in un’integrazione possibile inizia in fondo a viale Padova, confine nord-est di Milano, il Naviglio della Martesana è a pochi passi. Un lungo rettifilo grigio e polveroso di una periferia come tante altre in Europa.
C’è da sorprendersi della serie di insegne che si alternano lungo la strada. «Qui cucina italo-curda» accanto a «Aya Sofia – ristorante turco», il ristorante arabo e quello eritreo. Il radicamento è diverso da quello di altre città italiane, come Roma, nelle quali l’immigrazione è ancora molto ai margini del tessuto sociale della città. Volti poco lumbard sembrano a casa loro da queste parti.
Poi, si svolta a sinistra e si scopre un altro mondo nel quale gli «extracomunitari» hanno qualcuno che addirittura li segue in classifica, gli «ultimi» tra gli «ultimi».
L’edificio della Casa della Carità assomiglia molto a una colonia estiva di quelle costruite un secolo fa lungo le spiagge dell’Adriatico. Sarà il cielo triste, ma il giallo ocra del centro gestito da don Virginio Colmegna spicca nel paesaggio metropolitano. Gli infissi color rosso fuoco, le finestre larghe che fanno pensare a molta luce all’interno mettono di buon umore. Il Comune di Milano ha messo a disposizione lo stabile qualche anno fa. Quattromila metri quadrati di solidarietà e impegno, divenuti operativi nel 2004 che Carlo Maria Martini, allora cardinale di Milano, ha voluto «lasciare alla sua città come luogo che desse attenzione agli “ultimi”».

«Non è un dormitorio»

«La sollecitazione dà continuamente intuizioni. È vitale, se affrontata bene». Parole di don Colmegna, sacerdote senza colletto, una vita passata al fianco dei più deboli che incontra nella periferia milanese fin dai primi anni Settanta, con l’Azione cattolica e poi, nominato nel ’93 dal cardinale Martini, a capo della Caritas Ambrosiana. «Chi fa da sé, fa per tre» è la filosofia da queste parti. Lo sanno bene le centinaia di persone che ogni anno passano da qui cercando una strada per entrare nella società.
Uomini a un piano, donne a un altro, le famiglie nella dependance alle spalle dell’edificio principale. Per far funzionare questa complessa cittadella della convivenza ci vogliono rigore e stimoli. L’incontro con don Colmegna e i suoi collaboratori avviene di fronte all’area attrezzata per i figli degli ospiti della Casa. La piscina di palline colorate, i tappeti, le poltroncine, i tavolinetti: nulla da invidiare ai baby-parking dell’Ikea.
«Agli ospiti – ci spiega Fiorenzo De Molli, spalla di don Virginio – si chiede di alzarsi alle 7, di fare colazione e lasciare la casa verso le 9. Sono costretti a uscire, li stimoliamo a costruirsi una vita». C’è chi va a lavorare e chi va a cercare lavoro. Alle 17 e 30 si riaprono le porte e gli ospiti possono tornare. Si fanno la doccia, poi c’è la messa e la sera ognuno fa quel che vuole. «Una cosa sacra sono le partite. Si fa teatro, e poi tre giorni di vacanza insieme in Toscana, si va in pullman. Siamo stati anche a Locri a sostenere la lotta contro la ‘Ndrangheta. Si fa la gita sulla neve, il picnic fuori porta. Insomma, come in una vera famiglia».
Al lavoro nella Casa, con contratti diversi, ci sono una quarantina di persone. Ad affiancarli, un centinaio di volontari che si occupano dell’organizzazione, ma danno anche una mano a fare le docce a chi non riesce da solo. Oppure gestiscono il centro d’ascolto che è uno dei modi per arrivare qui. Ma non l’unico, c’è anche il consiglio dell’amico oppure le parrocchie dell’hinterland milanese, o i servizi sociali, gli ospedali, i carabinieri, la polizia, i cappellani delle carceri.
«La nostra sfida per l’integrazione – spiega don Colmegna – sta proprio nel non trasformare la struttura in un dormitorio». Questo è un discrimine ben chiaro a tutti coloro che lavorano dentro la Casa della Carità e anche a tutti gli ospiti che qui arrivano. Con chi arriva ci si guarda negli occhi e si stipula un patto a tre: gli ospiti che arrivano, le istituzioni cittadine e la Casa che fa da tramite e da mediatore. Lo spirito, fin dall’inizio, è stato l’opposto dell’assistenza per l’assistenza.
L’integrazione passa attraverso il lavoro. Far da mangiare qui ha significato per delle persone creare un’impresa che si occupa di catering. Le pulizie vengono fatte da una cooperativa nata qui dentro. Si fanno dei corsi brevi di imprenditoria, per coloro che diventano muratori. Chi è qui dentro è spinto a fare lavori in regola, ma ciò significa guadagnare meno rispetto a quelli che lavorano in nero. E qui sta il difficile da far capire.
L’obiettivo è far «sloggiare» gli ospiti il prima possibile, ché significa una famiglia in più che dalla sopravvivenza è passata alla vita. «Ci accorgiamo – sottolinea De Molli – che per tante persone questa diventa la residenza affettiva. Io sto qui, faccio la mia esperienza, poi vado io. Se ho un casino, torno dalla “mamma”. E sono tanti che tornano a richiedere aiuto».
«Le persone di cui ci siamo occupati in passato – aggiunge don Virginio – hanno avuto la propria casa, si sono inserite nel mondo del lavoro». Ovviamente, non sempre tutto fila liscio. Mettiamo che un rom voglia fermarsi e trovare casa: se non ha reddito non ha diritto. E allora? Don Colmegna ha messo su una associazione di mediazione che aiuti a sciogliere proprio questi nodi. «Abbiamo raggiunto il risultato di 16 appartamenti, e il nostro obiettivo è uscire dalla situazione di emergenza, ecco perché avevamo sognato un villaggio solidale, che però fosse un co-housing sociale, che potesse concedere gusto all’abitare». Di nuovo, l’obiettivo non è la mera sopravvivenza, ma aiutare a costruire una vita che meriti di essere vissuta. Uomini e donne, bambini e vecchi, italiani e stranieri (in quattro anni di attività sono passate da queste parti più di settanta nazionalità diverse). All’inizio, si calcolavano in 6 mesi i tempi d’uscita dalla Casa, oggi, confessano soddisfatti in una media di 4 mesi si è fuori, con una prospettiva davanti.
Don Colmegna e i suoi collaboratori cercano di lavorare caso per caso, di umanizzare i percorsi di accoglienza e inserimento. «Ci sono state delle donne che erano state in carcere a Monza e al momento dell’indulto sono state mandate qui dal cappellano. Prima che contattassero la famiglia, abbiamo fatto vedere loro il Duomo e il Castello. Era assurdo che dall’estero conoscessero l’Italia e Milano solo attraverso il carcere». Ed è la normalità e l’assenza di retorica con cui si raccontano esperienze di questo gnere che più sorprende.
Per esempio, si dice: i rom non voglio lavorare e quindi non possono integrarsi. Sarà vero? «Sia come sia – sottolinea De Molli – se dicono di essere di via Triboniano non li prendono, perché hanno un’etichetta. Questa via è diventata lo snodo per chi arriva a Milano dall’estero». Via Triboniano è un campo nella zona nord-ovest di Milano, vicino al polo fiera, nei pressi dell’Expo. Ci abitano più di centoventi famiglie rom, tutti romeni, tranne cinquanta bosniaci. Quella zona era la vecchia pattumiera umana di Milano.

La «tolleranza zero» e i rom

«E oplà, ecco lo “sgombero” di via Bovisasca, sopra il pratone ex Montedison, di proprietà del Comune e in concessione a Milano Santa Giulia, il sottosuolo di amianto e arsenico, il suolo un immondezzaio che al confronto le vere discariche son le Maldive». Così scriveva il «Corriere della sera» il 20 marzo scorso, all’indomani dell’ultima operazione sul campo nomadi che «accoglieva» – si fa per dire – circa 800 rom. È l’ultimo episodio in ordine di tempo, della politica degli sgomberi a Milano che ha spinto il cardinale della diocesi milanese, Dionigi Tettamanzi, a una posizione molto dura: «La legalità è sacrosanta. Ma l’impressione è che qui si stia scendendo abbondantemente sotto i limiti stabiliti dai fondamentali diritti umani».
«Tolleranza zero», «Abbattere i campi rom» e così via. Con il successo della Lega al Nord e di Alemanno a Roma, l’identificazione di immigrazione e criminalità è tornata di nuovo sulle prime pagine. Don Colmegna ha ben presente la questione – più che l’emergenza – della paura dei cittadini. Non si nasconde dietro un dito. «La percezione dell’insicurezza non corrisponde all’insicurezza stessa però il problema è serio. Qualche volta è legato all’isteria del momento, ma la paura dei cittadini è reale e bisogna avere rispetto per chi si sente accerchiato: nemmeno io abiterei con tranquillità vicino a una favelas». Dopo ogni sgombero, prosegue, ci dovrebbe essere un progetto urbanistico che interviene a sviluppare l’area altrimenti non se viene mai fuori. A volte anche prima, come alla Bovisasca. «Quella era un’area che in primo luogo andava bonificata, un territorio pieno di veleni. La presenza del campo rom ha solo permesso di rimandare la questione». L’«emergenza» rom è anche nelle cifre. Il 52 per cento degli italiani non conosce il reale numero (più o meno 150mila) della popolazione rom e sinti in Italia e il 35 per cento la sovrastima. Il 50 per cento dei nostri connazionali crede che nessun rom e sinti sia italiano, al contrario la maggior parte lo sono. Il 92 per cento degli italiani crede che sfruttino i minori. Numeri che provengono da un sondaggio realizzato da Renato Mannheimer su un campione nazionale di duemila persone e presentato nello scorso gennaio nell’ambito della Conferenza europea sulla popolazione rom. Si tratta di dati citati da Carlo Berini in un articolo nel bel numero di marzo di «Communitas», il mensile diretto da Aldo Bonomi.
Morale? Noi tutti ne sappiamo poco di chi sono i rom e questo fa un po’ paura. Certo, i sociologi, come Bonomi, ci spiegano che il nostro paese è anziano e come tutti gli anziani ha la soglia della paura e dell’insicurezza un po’ più in basso. È vero, siamo attraversati da flussi globali e bisogna attrezzarsi a governarli questi flussi. Ma queste sono domande e le persone chiedono invece risposte. «Ciò che crea insicurezza – spiega don Virginio – è il fatto che si può anche protestare e urlare molto ma nulla cambia. Conosciamo storie di caseggiati nei quali si urla, si chiama la polizia, il giorno dopo si arresta qualcuno, ma dopo due mesi tutto è tornato come prima». E allora bisogna partire dal basso, come si fa alla Casa della Carità? «Noi ci proviamo a migliorare la situazione. Far venire gli anziani qui per far conoscere reciprocamente gli abitanti del quartiere storici e i nuovi arrivati. Questo fa abbassare il livello della paura e della diffidenza reciproca si restituisce sicurezza e si dà l’idea che il problema può essere governato».
Insomma, si tratta di riannodare i fili di una società dove si è persa la coesione tra gli individui, il mastice che la tiene in piedi. Don Colmegna si alza dal tavolo, si rimbocca le maniche – e non è una metafora – e si congeda, «una società frammentata – dice – è una società delle paure, in cui ciascuno si isola dall’altro. Si tratta di questioni molto grandi che i politici delegano e confinano nell’ordine pubblico. Noi dialoghiamo con la questura, con le forze dell’ordine ma non è questo l’unico modo per far fronte al disagio e all’emarginazione».