L'altro giorno sono stato invitato a un "dibbatttito" che si chiamava Salam America. Eravamo io, una professoressa di lingua araba e un poeta-giornalista canadese. Loro discutevano animatamente dell'attualità o meno di Settembre Nero nell'attuale vicenda palestinese. Io, che ne sapevo poco, ho cercato di dire che in fondo, malgrado tutto lo schifo e le impronte ai bimbi rom, la deriva multiculturale (o policulturale o interculturale o come la volete chiamare voi) della nostra società è inevitable. E che due sono gli indicatori fondamentali di questa trasformazione: 1) nessuno ride più se i cinesi dicono la "l" invece delle "r" e 2) mangiare un kebab a pranzo è diventato normale. In attesa che il cous cous alla amatriciana sancisca il passaggio definitivo. Vedo che ne parla anche Michele Serra oggi nella sua rubrica delle lettere del Venerdì.
Friday, July 18, 2008
Sei glande, glande, glande
Pubblicato da Alessandro Lanni a 10:30 AM
Etichette: il venerdì, Io, Michele serra, multiculturale
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