L'opinione pubblica resisterà alla Rete? Questione annosa e ormai classica nel dibattito intorno ai cambiamenti che Internet ha imposto ai modi della comunicazione di massa. Qui ce ne siamo già occupati qualche volta (per dire, la chiacchierata con Howard Rheingold), un tema che tornerà in una bella intervista a Seyla Benhabib sul Reset in tipografia giusto in questi giorni.
Sul Corriere di oggi, Gianni Riotta affronta il vulnus di petto e siccome ha studiato filosofia (anche se dirige il Tg1) ci infila una serie di pensieri che vorrebbero essere filosofici per arrivare a dire che il web, i blog, la partecipazione ecc. sono il trionfo tecnologico delle premesse della filosofia postmoderna. La definizione di verità di Alfred Tarski ("la neve è bianca" se e solo se la neve è bianca) sconfitta da quella di Rorty (la verità è un effetto del potere). Dove la prima è la posizione del buon senso, l'altra delle tenebre del non senso. Insomma, cosa già sentite non solo nelle facoltà di filosofia ma anche nei giornali di questi anni. Una posizione discutibile, quella di Riotta, ma legittima.
Quello che sembra invece poco accettabile per uno che ha studiato filosofia (e che pure se la mena molto per questa sua gran formazione) sono la quantità di contraddizioni e paradossi davvero imperdonabili con cui conclude il suo pezzo. Verità parziali, verità degne e indegne, verità proprie e quelle degli altri, insomma, un guazzabbuglio nel quale un qualsiasi studentello avrebbe gioco facile a dire "Gianni, non va". Leggiamo e meditiamo:
Perché i postmoderni hanno torto, la verità esiste, come la realtà, a patto di non considerare la nostra verità e la nostra realtà le uniche degne. Se ce ne persuaderemo, conosceremo una verità, sia pur parziale, e la verità ci renderà liberi. Sapere guardare alla verità degli altri e comunicare la nostra con spirito equanime è la rivoluzione dei contenuti che squasserà il XXI secolo. L'alternativa sono le tenebre, sia pure on line.
Poi chiudiamo il giornale, ci mettiamo a guardare il Tg1 e continuiamo a chiederci quand'è che la neve è bianca.
1 comment:
Uno dei difetti della falsa democrazia è lo sforzo di delegittimare l'"avversario" invece di discutere con lui. L'articolo di Riotta non mi sembra scritto da un ignorante e non dice cose inqualificabili. Considerare un guazzabuglio di contraddizioni e paradossi le frasi di Riotta che lei copia dopo il “leggiamo e meditiamo” non aiuta certamente a far progredire il proprio e l'altrui pensiero, a concordare come fare a raggiungere verità pragmaticamente condividibili.
Chiedo ad altri di leggere sia l’articolo di Lanni che quello di Riotta (clicca su Gianni Riotta affronta…) e di esprimere la loro opinione.
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