Oggi ho comprato il primo numero di Terra quotidiano ambientalista di proprietà di Luca Bonaccorsi, quello di Left. Tentativo apprezzabile nell'epoca della crisi dei giornali quello di provare a intercettare il lettore di una nicchia, quella ambientalista, che dovrebbe essere per certi versi rinvigorita dalla stagione di vacche magre e di cinture strette. Peraltro, il primo impatto col giornale non è neanche sgradevole. Sembra un po' Metro ma con gli articoli più lunghi.
Eppure, strano a dirsi nell'epoca del global warming e della crisi economica, ho messo a fuoco quanto quel vocabolario, quel modo di essere sensibili alle questioni ambientali, della terra (e della Terra) ecc. sia vecchio. Pensateci. Pronunciate dentro di voi parole come "ambientalismo", "sole-che-ride", "verde". Qual è l'effetto? Su di me di tornare indietro di una ventina d'anni. Le vie della consapevolezza e del rispetto hanno preso altri linguaggi, altre parole, che fanno sembrare l'"ambientalismo" all'italiana una gonnellona a fiori con sotto gli zocchi. Vecchia e manco vintage.
PS. c'è anche una pagina sportiva in Terra. Nell'articolo dedicato alla scomparsa del pugile sordo D'Agata, l'occhiello rivela un certo spirito (pure un po' cinico):
Privo dell'udito e della voce, Mario D'Agata fu campione della categoria gallo e orgoglio azzurro dopo Primo Carnera. Se ne è andato la settimana scorsa, in silenzio.
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