Monday, February 15, 2010

Lo stallo multietnico e Maroni

Il paese è multietnico e questo è un fatto. Malgrado gli esorcismi (da Berlusconi in giù), cinque milioni di stranieri in Italia dicono che il multiculturalismo non è più una scelta.
La questione è che di questi cinque milioni non si sa che farne. Non è chiaro come inserirli nel tessuto sociale autoctono (sinistra) ma neanche come asservirli in una gerarchia pararazzista (destra). La rete per tenere ordinati questi cinque milioni di persone è piena di buchi. Soprattutto mancano le idee su come dovrebbe realizzarsi questa integrazione possibile.

Mancano a sinistra dove si ripete stancamente il mantra di parole svuotate: "differenze", "diversità", "culture", "apertura", "solidarietà", "tolleranza" ecc. sono canzoni da organetto ormai, con nessuna presa sulla realtà né su coloro che dovrebbero ascoltarle.
Nè tantomeno a destra si sa dove mettere le mani. Certo, si sa come raccogliere il consenso nel profondo nord impaurito ad arte, ma non come governare il fenomeno (vedi Milano). (Che poi qual è il fenomeno?)

Per questa ragione fa pensare l'intervista a Maroni sul Corriere. Che ci prova a guardare un dito più in là, sapendo bene che tanto da lì non può muoversi.
"Basta quartieri multietnici" dice. Che in verità che c'è di male, anzi dovrebbe essere la norma in una società multietnica un qualtiere multietnco, ma vabbé.
Basta quartieri multietnici. D'accordo, il problema è che poi viene fuori il quartiere dei cinesi, quello dei marocchini, dei peruviani ecc. E allora siamo da capo a dodici, e ti dicono che ti sei coltivato in casa il terrorista come a Londra, reclusi in ghetti monoculturali (Sen) a sovranità limitata dello Stato.
E allora bisogna distribuirli per la città, ma allora ti arriva la sciura milanese che ha votato l'Umberto e che no, il puzzo di curry per le scale proprio non ce lo vuole.
E allora si rimane così, senza un'idea. Fino alla prossima incazzatura, la prossima vetrina sfasciata, la prossima coltellata.

1 comment:

Scomunicando said...

Mi piace! Anche se io trovo l'affermazione di Maroni non tanto vabbè, ma piuttosto va male, no?