E se di colpo i giornali sparissero dalla faccia della Terra? Se rimanesse solo la rete così come la conosciamo ora o come ora possiamo immaginarcela per il futuro prossimo? Forse un interrogativo banale ma che andrebbe tenuto in conto soprattutto quando ci si entusiasma per la prossima (e sembra proprio definitiva) crisi della carta stampata.
In fondo, i giornali per come li abbiamo conosciuti noi, sono stati lo strumento su cui si è incardinata negli scorsi due secoli e mezzo la discussione pubblica, il confronto tra le idee, l'articolazione di una opinione pubblica, elemento chiave delle democrazie. Il giornale quotidiano ha permesso di avere un'idea, e di farla valere, proprio in quanto generalista. Posso dire la mia sulle centrali nucleari, sulla fecondazione assistita, sul sondino gastrico, sull'intervento in Iraq, proprio perché esistono e sono esistiti giornali che hanno più o meno raccontanto come stessero le cose, hanno rappresentato varie posizioni in campo.
“Uso pubblico della ragione” lo chiamava Immanuel Kant, contrapponendolo all'uso privato, ovvero quello dei tecnici, degli addetti ai lavori, che è all'opera nel campo specifico che si domina (l'ingegneria per l'ingegnere, la strategia militare per lo stratega, la fisiologia umana per il fisiologo, ecc.). I giornali, soprattutto quelli generalisti, hanno permesso l'uso pubblico della ragione, ossia hanno dato modo ai non addetti ai lavori - quali noi tutti siamo nella maggior parte dei casi - di partecipare, di esprimersi, su temi dei quali ne andava della nostra vita nella comunità.
Ora, se di punto in bianco tutto ciò sparisse? Quali strumenti rimarrebbero per costruire una consapevolezza pubblica, condivisa, dialogica, aperta, delle questioni che riguardano il presente e il futuro delle nostre società?
Wednesday, March 18, 2009
Verso la scomparsa dell'opinione pubblica?
Pubblicato da Alessandro Lanni a 11:23 AM
Etichette: giornalismo
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1 comment:
Se i giornali sparissero, affogherebbe con loro il concetto d'informazione. E il presente si fermerebbe in un atrofico immobilismo, incastrato nella bolla della rete.
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